Il coraggio di cambiare

 

 

 

La casa è dove si trova il cuore

( Plinio il Vecchio)

 

 

Poche sono le persone in grado di sorridere con occhi labbra e cuore allineati all’unisono.

Pier Maria Giordani è una di queste. 
Già ai tempi dell’università lo avevo percepito.
Lui era in grado di entrare in una stanza  illuminandola con la sua sola presenza. 
Emanava una luce particolare, dagli occhi, nelle movenze, con quel sorriso che donava a tutti incondizionatamente. 
Vibrava solarità, bellezza, armonia, non mi stupisco sia diventato l’Architetto che ora è. 
 
Desideravo intervistarlo da tempo, ero curiosa di sapere dove quella luce lo avesse portato, oggi dopo la nostra chiacchierata  online Parma -Dubai l’ ho compreso, 
 
Lontano e non parlo solo nei risultati ottenuti 
 
Pier ti offro una bacchetta magica, che desiderio vorresti si realizzasse? 
 
I suoi occhi ridono prima delle labbra, il suo cuore si allinea a loro e senza esitazione mi risponde. 
 
Vorrei che mio figlio Giacomo potesse avere una vita di soddisfazioni e se lo vorrà, che unisse il suo talento e le sue capacità alle mie portando avanti il mio lavoro che non è un lavoro ma un vero e proprio progetto di vita. 
Ecco si vorrei continuasse la mia opera, non per fama o ricchezze ma per il valore racchiuso in essa.
 
Lo ascolto, lo lascio parlare, è un fiume in piena 
La mente la sua mente viaggia nei ricordi tra studi esperienze vissute, l’ università scelta e poi lasciata, medicina, tra l’amore per la musica la famiglia e tanto altro 
C’è un fil  rouge  che tiene unito il tutto, 
ha trame e orditi intrecciati di onestà e riconoscenza. 
 
 
Riconoscenza a quei genitori che gli hanno offerto da subito un’eredità di un valore inestimabile, non economico, ma di potenzialità per poter creare abbondanza con etica.
 
Libertà, fiducia e l’opportunità di studiare. 
 
 
Sai Cristina, continua , ho creato tutto con le mie forze, è stato faticoso lento difficile perché volevo rimanere saldo ai miei valori che sono l’onestà,  l’indipendenza e l’amore.
Fin da subito anche quando non ero architetto, quella libertà e fiducia offertami dai miei genitori mi hanno permesso di vedere oltre, di annusare pericoli, togliendomi da situazioni pericolose e di fare rinunce e scelte che poi si sono dimostrate vincenti
Invece che naufragare ho veleggiato a vista guidato dalla mia bussola che mi guida da sempre, la determinazione.
 
Mi guarda, sorride, in lui leggo emozioni legate ai ricordi che mappano quel territorio interiore che solo lui conosce.
 
Pier cosa significa per te Casa
 
Sicuramente è un concetto slegato dalla concezione che abbiamo noi boomer
(così definiti coloro nati a cavallo del 1946\64) 
è oltre le credenze religiose e sociali, oltre gli attaccamenti la comfort zone i ricordi l’oggettistica tramandata.
Noi stiamo vivendo in un mondo fluido, va visto riconosciuto respirato.
Pertanto dal mio punto di vista la casa è libertà è fluidità, non è un luogo è l’essenza che siamo.
 I giovani ben rappresentano questo mio sentire, nomadi nel mondo con una valigia leggera piena di coraggio.
 
La sua risposta mi spiazza, io che mi occupo di risveglio personale, di lasciare andare, di fluire, di radicamento al proprio sé ne comprende il valore.
Resto pertanto muta, lo lascio parlare, non è più un fiume in piena, il suo dire ora è lento calmo riflessivo, come un cercatore di perle si tuffa nel suo bagaglio culturale e riemerge con parole che alla luce brillano.
 
Pier spiegami meglio il tuo lavoro da Architetto 
 
L’architettura per me è un mezzo per costruire un edificio che è la rappresentazione di un’idea.
L’inizio come dico sempre ai mie collaboratori è una frase, la forma viene dopo, quella forma che è un mezzo non un fine. 
 
Costruisco per la gente a prescindere dalla condizione economica,  poche ville di lusso solo se richieste, a tutti offro benessere, valore qualità. 
 
 
Ma non solo, porto avanti con il mio socio di nazionalità cinese il mio  progetto nel mondo. 
 
Creare infrastrutture urbane intorno alla casa abitativa che siano luoghi in cui vivere dove ci siano spazi dedicati al verde, ai giochi per bambini, a realtà dedicate al commercio. 
Dove la casa sia connessa a quel fuori e quel fuori a quel dentro, 
dove tutto sia un continuo, un tutt’uno.
 
 
Come è nato questo progetto?
 chiedo affascinata 
In Brasile, dove la ricerca di creare strutture ad edilizia agevolata per abitanti delle favelas ha portato a comprendere che la casa non dove essere solo un luogo dove dormire, che termina con l’ingresso di casa, ma che continua nella struttura urbana che è intorno ad essa. 
Tutto questo porta benessere armonia bellezza. 
 
Per te Pier prendere in carico un progetto cosa significa? 
 
Lo osservo, le sue pupille si dilatano, le labbra si espandono in un sorriso radioso e le parole come musica, iniziano a danzare tra i pensieri 
 
Sicuramente è creatività e immaginazione 
In questo la mia mente trova linfa, nel risolvere problematiche nel creare ciò che ancora è un’idea, nel viaggio che mi conduce alla meta. 
La realizzazione del progetto è un mezzo non un fine ultimo 
Quello accade step by step ma è ciò che accade durante che è la vera magia. 
 
Mi guarda, resto sospesa in silenzio come se sentissi che c’è ancora qualche cosa che desidera dirmi 
 
Sai Cri da piccolo quando prendevo in mano una penna, per provare se scriveva non scarabocchiavo ma scrivevo “ ABITANTI” 
 
Ero piccolo neanche sapevo cosa significasse quella parola, chissà da che piano esperienziale arrivava ma io la scrivevo 
sempre 
 
Sorrido, la mia mente viaggia,  io che credo nel viaggio delle anime nel senza spazio e tempo,  io che aiuto le persone a scoprire il loro talento per poi allinearlo alla loro missione di vita, ne comprendo la magia che già da piccolo in lui si stava rivelando. 
 
Lo sai vero Pier, mi sento dire,  che il tuo talento è la  creatività che grazie alla tua profonda determinazione e conoscenza e studi lo stai portando in massima espressione nel tuo progetto di vita che non è solo essere e fare l’architetto. 
Perchè quando il talento riconosciuto è lasciato libero di esprimersi lui si espande in più piani portando benessere a noi e agli altri.
 
ecco da dove giunge anche il libro che hai scritto
 
“ come costruire la città del terzo millennio “
( Maggiori Editore)
 
un tipo di città replicabile in tutto il mondo per ogni classe sociale che racchiude un cambio totale di paradigma, dal grande valore etico, di grande responsabilità sociale.
la casa non come luogo dove dormire ma dove vivere connessi con quel fuori, con quelle infrastrutture che nascono già dalla soglia di casa e dove tutto si fonde e torna all’UNO che siamo. 
 
 
Mi ascolta, annuisce, tutto in lui sorride.
Respiro, resterei a intervistarlo per ore affamata di cultura di conoscenza di talenti di valore ma il tempo dell’intervista stringe. 
 
Com’è avere un socio cinese? 
Stavolta non ride, sorride,  si percepisce la stima e l’ammirazione.
 
Sicuramente mi porta calma, lui la emana ovunque, viene dal suo dentro e poi ha la capacità di dare importanza alle cose importanti e lasciare andare il resto, di fluire con la vita. 
Io non amo bere il tè eppure quel rituale antichissimo mi affascina, mi ipnotizza, mi rilassa.
Racchiude pratiche di meditazione, di contemplazione, di ricerca dell’essenziale in noi.
 
Pier un’ultima domanda anzi la penultima e poi ti lascio libero, so che hai molti appuntamenti e nonostante questo mi hai donato due ore preziose del tuo tempo.
 
Perché un cliente dovrebbe scegliere TE? 
 
Mi guarda serio, vedo l’uomo ma anche il sognatore, vedo l’architetto, ma anche l’alchimista che è in lui, vedo quel bambino che provava le penne e vedo il visionario che già era in lui.
 
 
Perché io potrei costruire per lui una casa, un ufficio, una città, un luogo che ha una storia e quindi un’anima.
 
La mia anima che si allinea alla sua, entrambe unite per creare valore etico ed urbano.
 
Vedi Cri la pittura e la scultura sono arti che non sono obbligate ad essere viste toccate vissute dalle persone. 
In esse c’è discrezionalità, ma nell’architettura c’è un contesto, una responsabilità sociale, un rispetto anche dell’anima che ci chiede aiuto nell’esprimersi.
 
 
Nella mia mente si affollano ancora tante domande ma una urla, vuole spazio, chiede respiro e allora la pronuncio senza esitazione  tutta d’un fiato
 
Per te Pier cos’è l’amore ?
 
È a mio avviso,  mettere i bisogni dell’altro davanti ai tuoi, dire si anche quando vorresti dire no, è libertà e viaggiare accanto all’altro nel rispetto reciproco.
 
 
Ci guardiamo nessuno aggiunge altro, non ce n’è più bisogno. 
Le nostre menti all’unisono compiono un tuffo carpiato nei ricordi ai tempi dell’università. 
Tempi fatti di leggerezza, di risate, di musica, di studio in biblioteca, di sogni nei cassetti, di amicizia.
Quella vera che già all’epoca appoggiava le sua fondamenta su valori solidi,
rispetto, lealtà, correttezza.
La mia per Pier Maria Giordani è tanta 
 
 
CC
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4 risposte a “L’arte di essere nomadi in questo viaggio chiamato vita”

  1. Ho letto con attenzione la tua intervista molto interessante per contenuti e spessore professionale ed umano…
    Grazie a te imparo sempre .

  2. che meraviglia conoscere una persona così entusiasta in ciò che fa! e poterla intervistare in modo così sensibile!!
    molto formativa!!grazie

    • grazie per il tuo commento, si Pier è un’anima speciale con un talento speciale e una missione di vita importante, amo intervistare persone che nella loro vita scelgono di aiutare se stessi e gli altri portando bellezza nel mondo

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