Chiara Gambino la corteggiavo da mesi.
Desideravo respirarla, viverla almeno alcune ore, conoscerla e farmi trasportare nel suo mondo per carpirle quei segreti e insegnamenti che potessero essere d’aiuto alle mie donne in rinascita.
Psicologa, Psicoterapeuta, mediatrice familiare, mi aveva stregata mesi fa con il suo sorriso disarmante e la sua dialettica forbita.
Ma mai, mai avrei pensato, conoscendola personalmente, di essere trasportata in un mondo di dolcezza e di amore non solo per la sua professionalità, comprendendo quante donne ha aiutato nel loro personale cammino di rinascita.
Mi sorprende scoprire che la prima che ha aiutato è stata se stessa.
Oso subito una domanda
“Chiara quante volte sei rinata nella tua vita”?
Le mi guarda con quegli occhi azzurro mare che parlano ancora prima che le sue labbra pronuncino parole.
Cri, mi dice, nella mia vita sono rinata tante volte, ricordo esattamente la prima volta, avevo otto anni.
Attendevo mio padre, ammiraglio della marina militare, del quale ero follemente innamorata, dalle sue lunghe assenze in mare.
In quelle attese ho imparato che il tempo come lo spazio sono relativi e che l’unica persona che abbiamo sempre a disposizione siamo noi stesse.
Moriamo un po’ ogni volta che entriamo nell’assenza e nella mancanza.
A noi la capacità di rinascere e cogliere quel cambiamento, quel vento di novità che non crediamo sia possibile ma che soffia imperturbabile.
Crescendo poi sono rinata tante volte, sino alla mia rinascita più importante avvenuta con la scelta di separarmi all’età di trentotto anni.
Scegliermi è stato faticoso ma necessario per me e i miei due figli.
Non mi ero scelta da ragazza, avevo assecondato non la mia natura talentuosa che mi spingeva verso il ballo e il canto, giudicati da mia madre inutili e superflui.
Meritavo di assecondare quella donna che era in me e mi spingeva a scegliermi oltre il giudizio, oltre la paura, oltre le difficoltà.
Meritavo di perdonarmi per non essermi scelta prima, perché la vita ha sempre un suo tempo per ogni cosa.
Ho lasciato andare incarichi di prestigio, vice presidenze e nella libera professione ho realizzato il mio sogno.
Mi sono dedicata alla cura degli altri in un concetto più olistico aiutandoli a disinibirsi, a riscoprire il proprio talento, a lasciarsi andare denudandosi di ogni ruolo, personaggio, aspettativa, controllo.
Qui sta la vera magia.
Tra i miei valori più importanti l’amore, la fedeltà, la generosità,
salverei sempre l’amore.
Mi emoziona e mentre l’ascolto, ripercorro le mie rinascite.
Mi emoziona sentire vibrare in me antiche paure così faticosamente lasciate andare.
Mi emoziona ripensare alle mie scelte dolore ma necessarie.
“Chiara, le chiedo, la tua donna com’è”?
Le mi guarda e si illumina.
La mia donna è selvaggia in contatto con la natura.
La mia donna è ribelle, intuitiva, istintiva.
Le donne che si affidano a me arrivano fargili, non consapevoli della loro natura più profonda.
A me il compito di spogliarle da aspettative, da ruoli spesso assegnati dai genitori.
La mia donna ha fatto un lungo cammino di emancipazione ma la strada è ancora lunga.
Dentro di noi c’è un sentire molto profondo, una bussola a cui affidarci che troviamo solo quando accettiamo di morire e cambiamo pelle.
La donna di oggi è dominata dal tentativo di essere perfetta e il suo corpo si ribella mandando segnali forti che si manifestano in attacchi di panico, ansia, fobie.
A noi saperle riconoscere in tempo soprattutto dopo una separazione o una crisi di coppia.
A noi riconoscere i nostri bisogni autentici, ma sopiti.
Preziosissimi sono gli hobby, sono quella rete di salvataggio che ci aiutano a compensare quel vuoto di mancanza in certi momenti della nostra vita.
Indispensabile è riscoprire i nostri talenti.
La guardo, la mente fa un tuffo carpiato nei ricordi e penso a quante volte spingo le pazienti fibromialgiche che seguo a risvegliare il proprio personale talento in quel flusso senza spazio e tempo per reinnamorarsi di se stesse e mi commuovo.
Chiara le chiedo, mi regali un tuo ultimo insegnamento per le mie lettrici?
Lei sorride e si alza dal divano, la osservo, così minuta in quell’abito dai colori del mare eppure così grande.
Ogni donna deve ritrovare la propria bambina interiore, quella bambina ferita, delusa, che ha sotterrato i propri desideri e talenti ritenendosi non degna.
Meritiamo equilibrio, meritiamo di riappropriarci della nostra femminilità, del nostro ruolo anche all’interno dei rapporti familiari senza timore di sembrare fragili, meritiamo di avere accanto uomini che ci riconoscano e ci accompagnino in questa nostra rinascita.
Resto ammutolita.
Penso ad anni in cui ho silenziato la mia bambina interiore invece che coccolarla.
Penso a quante volte ho avuto paura di sembrare troppo fragile esternando aggressività, mentre il mio io più profondo cercava solo protezione.
Penso a quante volte avrei voluto rifugiarmi in un abbraccio protettivo, il mio e invece ho dischiuso le braccia.
Mi alzo e senza una parola mi avvio verso Chiara e l’abbraccio.
Un lungo silenzioso abbraccio in questi tempi di distanziamento e finalmente
mi arrendo a lei.
CC
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